Descrizione
STEMMA
Il nome, in effetti, deriva dal latino "Castrum", che significa fortezza. Si tratta di una fortificazione che i Romani usavano costruire a difesa di luoghi strategici.
Nel X secolo i Saraceni distrussero il vicino casale Vereto e una parte degli abitanti si rifugiò presso la fortezza di Castrum e vi si insediò. Nacque così Castrignano del Capo.
Il blasone civico di Castrignano del Capo raffigura un castello affiancato da due torri
CENNI STORICI
Santa Maria di Leuca "De Finibus Terrae": Un Viaggio nel passato
Il nome Santa Maria de Finibus Terrae non deriva dal quadro rinvenuto nel sottosuolo da un devoto, ma dal luogo detto dai Greci LEUCOS, la bianca terra definita dai romani de Finibus Terrae, cioè ai confini della terra, per indicare l'estremo limite dei Cives,(Cittadini) romani, al di là del quale vi erano i Provinciales (i Coloni).
La presenza dell'uomo in quest'ultimo lembo della penisola italica, che s'incunea tra il mare Jonio e l'Adriatico risale all'età del bronzo. Di quel periodo sono, infatti, i reperti archeologici rinvenuti nei diversi scavi, iniziati da Ulderico Botti nel 1871 e conclusisi dall'Università di Lecce quasi un secolo dopo.
Un viaggio a Leuca è come ritornare indietro e precisamente ai tempi di San Pietro, il quale in viaggio per Roma, sembra aver fatto tappa proprio qui.
Fu allora che il tempio, dedicato alla dea Minerva, sul promontorio japigeo, diventò luogo di culto cristiano.
Il Santuario è stato eletto a Basilica minore nel 1990; da allora la devozione verso la Madonna de Finibus Terrae è andata sempre più incrementandosi, tanto che oggi è meta di numerosissimi pellegrini provenienti da ogni parte del mondo.
Nel piazzale, fa bella mostra di sé, una colonna mariana che risale al 1694, eretta ad opera di Filiberto Aierbo d'Aragona, duca di Alessano, sulla cui sommità è stata posta una statua della Madonna.
Inoltre, vanno segnalate: la "croce monumentale" che ricorda il pellegrinaggio del 21 ottobre 1901 in occasione dell'Anno Santo, promosso da mons. Luigi Pugliese; la "cascata monumentale" che si estende tra il verde della pineta e rappresenta la struttura terminale dell'acquedotto pugliese; infine, la presenza del faro, tra i più importanti d'Italia, alto 102 metri e costruito nel 1864.
Le grotte
Numerose sono le grotte che costeggiano tutto il litorale, ricche di iscrizioni greche e latine come la grotta "Porcinara", o di reperti neolitici (ossa lavorate, ceramiche grossolane) come la grotta del "Diavolo". Entrambe sono visitabili via terra.
Per mare, invece, si accede alla grotta del "Morigio" situata ai piedi della cascata monumentale; alla grotta "Cazzafri", formata da 2 cavità profonde trenta metri; alla grotta del "Fiume", profonda trenta metri; "alla grotta Delle Tre Porte", che è tra le più conosciute e visitate, con tre ingressi che si uniscono in un'unica cavità.
Le ville
Dopo un'escursione in mare, è d'obbligo una passeggiata sul lungomare dove si possono ammirare in tutto il loro splendore le ville di Leuca, piccoli capolavori della creatività dell'uomo. Costruite verso la fine dell'800, sono tutte uniche per la particolarità e lo stile: Villa Daniele, Villa Episcopo, La Meridiana, Mellacqua, queste sono solo alcune.
Castrignano
Leuca è frazione di Castrignano del Capo, la cui estensione va dalla serra di Vereto alla costa adriatica. Il nome di Castrignano deriva, pare, dal latino "Castrum" fortezza, poi modificato in Castrignano, con l'aggiunta "del Capo" per distinguerlo dall'altro Castrignano dei Greci.
Si può visitare il Borgo antico, centro storico del paese, caratteristico per le sue viuzze; la Chiesa Matrice, dedicata a San Michele Arcangelo, ricostruita dopo il terremoto del 28 febbraio 1743, al cui interno si conserva una importante statua lignea di San Michele Arcangelo, dello scultore napoletano Nicola Fumo.
Solo un piccolo viale alberato separa Castrignano dalla frazione di Salignano.
Salignano
In questo centro si può ammirare la Torre di difesa costruita nel 1550 come riporta un'iscrizione sull'architrave della porta d'ingresso. La Torre, alta quindici metri e larga venti, è dotata di dieci piombatoi e cinque cannoniere ed è a forma circolare.
Giuliano
Ultima frazione di Castrignano è Giuliano, un vero "gioiello" di storia, ricco di antiche testimonianze. Un bellissimo portale ci introduce nel centro storico, dove si può ammirare il Castello cinquecentesco, con il fossato e quattro bastioni, il menhir con "cappello" e la chiesa intitolata a San Giovanni Crisostomo.
Passeggiando per l'antico borgo, sono numerose le iscrizioni e le epigrafi che si possono notare sui muri delle vie.
Chiesa di San Pietro
Alla periferia del paese si trova la Chiesa di San Pietro, monumento nazionale di terza categoria.
La chiesa, che ha una lunghezza di 10 metri è stata costruita, come anche la Centopietre e la Chiesa di San Giovanni a Patù, altro piccolo comune dell'hinterland, con massi isodomi provenienti dall’antica città messapica di Vereto.
Dalle varie testimonianze storiche le origini risalirebbero al X secolo e sarebbe stata officiata dai monaci Basiliani o Benedettini.
La Chiesa si volle edificata per ricordare il passaggio di San Pietro dall’estremo lembo d’Italia.
Chiesa di Cristo Re
La chiesa di Cristo Re si trova nel centro della Marina di Leuca.
I lavori di costruzione iniziarono nel 1896, su progetto redatto dall'ing. Pasquale Ruggeri, ma l'apertura al pubblico avvenne ben 40 anni dopo nel 1935. Alla realizzazione dell'opera contribuirono alcune nobili famiglie che avevano la residenza estiva. Realizzata in carparo è in stile romanico e gotico.
L'interno si divide in tre navate. Da ammirare il pavimento in mosaico completato nell'agosto del 1934 e il rosone della facciata principale. I finestroni recano gli stemmi gentilizi delle nobili famiglie che parteciparono all'opera. Alla cerimonia di inaugurazione, nel 1935, intervenne il vescovo di Lecce Mons. Micelli.
Chiesa di San Giovanni Crisostomo
La chiesa ha subito nei secoli diversi interventi di restauro. Al suo interno è presente un organo del 1721, un affresco di autore sconosciuto raffigurante la pietà e alcune tele di pregevole valore artistico. Numerose sono le iscrizioni latine.
A Giuliano si può inoltre visitare la chiesa "Madonna del Canneto" del XVIII secolo, al suo interno conserva una statua in legno della Madonna.
Chiesa di San Giuseppe
La chiesa di San Giuseppe era tappa obbligata per i pellegrini che dai paesi dell'entroterra erano diretti al Santuario di Leuca.
I lavori di Costruzione iniziarono nel 1620 grazie a frate Tommaso e frate Giacomo.
La loro opera però fu interrotta ben presto. Quattro anni dopo, infatti, sopraggiunsero a Leuca gli algerini, che distrussero ogni cosa. I frati abbandonarono il luogo e la chiesa rimase in abbandono. Successivamente fu completata grazie alla popolazione di Castrignano e Salignano che vi costruirono anche un piccolo rifugio per i pellegrini.
Decorazioni si possono ammirare sul portale d'ingresso. Oggi la chiesa si trova circondata da una grande pineta e viene aperta in occasione della festa di San Giuseppe il 19 marzo.
Chiesa di Sant'Andrea e della Purificazione
Sant'Andrea Apostolo è il protettore di Salignano e la chiesa madre è a lui dedicata.
La costruzione fu iniziata nel 1788. A metà dell'opera però i lavori si bloccarono per delle controversie. Ripresero nel 1846 ma nuovamente furono interrotti. Giunsero a termine nel 1854. Un anno dopo, la chiesa fu consegnata ai suoi fedeli in occasione della festa del protettore.
Si può ammirare inoltre la chiesa della Purificazione del secolo XVI al cui interno è conservato un pregevole quadro in tela "La Purificazione". Sono presenti due cappelle, una del XX secolo, la "Madonna del Rosario" e la cappella Pirelli al centro del Paese.
Chiesa della Madonna delle Rasce
Si trova ad un chilometro della Basilica di Leuca, in aperta campagna nella zona detta Crimino, dove in passato esisteva un borgo nato dalla distruzione di Vereto e Leuca.
I lavori iniziarono nel 1678 e si conclusero nel 1699; alla realizzazione della chiesa contribui tutta la popolazione. Sulle origini vi sono varie ipotesi, per il Tasselli la chiesa fu costruita da una donna di Alessano come ringraziamento alla Madonna per la grazia ricevuta. Per la credenza popolare, invece, a ricevere la grazia fu un massaio che si rivolse alla Madonna per salvare la vita alla giovane moglie in punto di morte per un parto difficile. La Madonna lo rassicurò e l'uomo si diresse verso una grotta in aperta campagna giunse nel posto indicato guidato da una luce celeste e in quel punto fu costruita la chiesa.
Lo stile dell'edificio è settecentesco, ha una larghezza di 9 metri e una lunghezza di 11,50. Non presenta particolari decorazioni. Il nome di Madonna delle Rasce è da attribuire ai numerosi rovi che circondano la chiesa.
Nel volume La Leuca Salentina, Giacomo Arditi scrive: "nei primi tempi fu molto frequentata; ma oramai non è da norasi altro se non che il clero di Salignano vi canta appena una messa il dì 8 settembre, ed un oblato, piuttosto per comodo suo che per zelo religioso, abita la vicina casuccia". Da tempo è in abbandono."
Menhir "Menzi"
Giuliano è uno scrigno di tesori. La testimonianza più antica è il Menhir "Menzi" l'unico in provincia con "cappello".
Il centro abitato si ritiene fondato da un centurione romano e successivamente ingranditosi con la distruzione della città messapica di Vereto. Una passeggiata nel centro storico è un tuffo nel passato. La chiesa parrocchiale, del cinquecento ha subito nei secoli diversi interventi di restauro ed è dedicata a San Giovanni Crisostomo.
Si può visitare inoltre la chiesa della Madonna del Canneto del XVIII secolo, che conserva una bella statua in legno della Madonna. Alla periferia del paese invece si trova la chiesetta di San Pietro, monumento nazionale di terza categoria dal 1871 (vedi capitolo sulle chiese).
Non passa inosservato il castello con il suo fossato e i quattro bastioni. Il borgo antico è ricco di iscrizioni ed epigrafi latine alcune danneggiate dall'erosione della pietra. Molte ripartono brani biblici, altre motti di buon auspicio. Una delle più interessanti si trova sulla porta di un frantoio ipogeo, nelle vicinanze del Menhir: "impiantato non con speranze di guadagno - si legge - ma di libertà, nell'anno del Signore 1789".
Borgo Terra
L'antico centro di Castrignano del Capo, Borgo terra rappresenta la prima società rurale del paese e risale al periodo delle nobili famiglie dei Fersini.
Le contorte e strette viuzze si snodano tra le bianche pareti delle case a corte e caratteristici balconi che sembrano armonizzarsi a vicenda, soprattutto quando i raggi del sole li illuminano in pieno, creando suggestive e fiabesche visioni. La zona è ricca di oleifici antichi.